La montagna Spaccata

La montagna Spaccata

Visitare la Montagna Spaccata significa anche passare letteralmente attraverso il Santuario della SS. Trinità, edificato dai monaci benedettini nell’XI secolo e architettonicamente ripensato alla fine del XVII secolo, nelle sembianze odierne, a riprendere elementi del barocco napoletano e spagnolo. È un santuario importante, legato a diversi pontefici e santi tra cui Papa Pio IX, Ignazio di Loyola e San Filippo Neri. Proprio quest’ultimo, secondo una leggenda, avrebbe trovato rifugio tra i costoni della montagna, sistemandosi su un giaciglio di pietra oggi detto, infatti, “letto di San Filippo Neri“.

Le pareti della roccia ospitano una Via Crucis in maiolica (1849, San Bernardino da Siena) e su un macigno staccatosi dai costoni durante il terremoto del Quattrocento, finendo incastrato nella fenditura, è stata costruita una piccola cappella dedicata al Crocifisso. Insomma, un luogo davvero unico nel suo genere. Ma il sito regala alcune sorprese se visitato ancor più in profondità.

Ci sono tanti altri sentieri da esplorare che portano a rovine romane, ad una struttura militare di origine borbonica e persino ai resti dell’antica cinta muraria voluta da Ferdinando II d’Aragona e terminata da Carlo V per rendere il promontoro inespugnabile. Ma proprio nei pressi dell’uscita, si può svoltare in una viuzza che, a sua volta, porta ad una scalinata di ben 300 gradini che si inabissano al livello del mare, conducendo alla famosa Grotta del Turco, l’antro che si ritrova al centro del mito.

Continuando a scendere nelle viscere della terra, infatti, si nota un’iscrizione latina e una sorta di mano impressa nella roccia che viene definita, appunto, la Mano del Turco.